Narce, antica città falisca situata nel Parco Valle del Treja, è stata uno dei centri principali di questo popolo. Originaria del 1000 a.C. è uno dei siti archeologici riguardanti i Falisci di maggiore rilievo. Molti reperti trovati in questo sito sono conservati nel museo di Villa Giulia a Roma e nel Museo Nazionale dell’Agro Falisco a Civita Castellana.

L’area è ricca di testimonianze della civiltà falisca, immerse nella folta vegetazione della valle. Numerose tombe, strade scavate nel tufo rosso, resti di costruzioni e templi, rievocano le arcane atmosfere dell’antico popolo del Lazio.

Situata lungo il pendio che si affaccia sulla riva sinistra del fiume Treja, la necropoli era attraversata dall’antica città che conduceva a Falerii Veteres (Civita Castellana).
La necropoli fu utilizzata dall’inizio dell’VIII secolo a.C. fino al III secolo a.C. e ci ha restituito una grande quantità di reperti sulla cultura funebre falisca.
Sono stati ritrovati pozzetti scavati nel tufo, sarcofagi in pietra o in legno e tombe a camera costruite durante l’ultimo periodo di permanenza nella necropoli.

Questo santuario viene scoperto nel 1895 durante alcuni lavori agricoli. Gli scavi hanno messo in luce i resti di un complesso monumentale molto importante.
Non è ancora chiaro a chi fosse dedicato il santuario e quale divinità si venerasse, ma è possibile che si tratti di Demetra.
Si trovano infatti indicativi alcuni aspetti del culto. Attraverso il ricco deposito votivo, comprendente anche antiche divinità in terracotta, sono state riconosciute Demetra e Persefone.

Il tempio era dedicato alla fecondità, alle nascite e al culto della madre. Forse si può anche aggiungere un ulteriore culto in onore delle acque, data la particolare posizione a ridosso del fiume. La costruzione di templi vicino i corsi d’acqua è una modalità tipica dello schema dei santuari falisci.

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